Hidester

lunedì 20 aprile 2020

lunedì 20 aprile 2020

«Nelle nostre vite c’è un solo colore capace di dare significato all’arte e alla vita stessa: il colore dell’amore».
Questa affermazione appartiene all'artista che adoro più di ogni altro: Marc Chagall, un ebreo russo che ha vissuto periodi di sofferenza profonda e che ha avuto un amore forte ed intenso nei confronti di sua moglie, Bella.
La vera musa che ispirerà i suoi quadri più significativi è lei, la protagonista dei tanti "amanti in volo" caratteristici di questo artista, la donna che viene ritratta nelle tele più illustri.
Un connubio molto fecondo che non era solo un legame nella vita, ma anche nell'arte stessa e che ha generato opere splendide e famosissime in tutto il mondo.
Quando lei morirà prematuramente a causa di un'infezione virale, lui non riuscirà più a dipingere per lungo tempo.
Nella seconda e più tarda produzione artistica di Chagall sono presenti molte tematiche legate al messaggio biblico e ai testi sacri: fu un vero e proprio "illustratore" della Bibbia, un interprete supremo oserei dire.
Ciò che a volte non si può esprimere a parole, lui l'ha saputo fare attraverso il suo linguaggio indescrivibilmente bello e suggestivo, fortemente legato alla poesia della vita e al mistero del sacro.
Diceva che la Bibbia è la più grande fonte di poesia di tutti i tempi e penso che sia un modo davvero delicato di esprimere un concetto solenne.
L'espressività assoluta della sua arte attinge dagli insegnamenti religiosi della sua infanzia, che vengono filtrati attraverso episodi molto dolorosi, ma poi rielaborati con profonda sensibilità per comunicare incanto, lirismo, sentimento, sacralità e che si mescolano e si intrecciano infine con la realtà e la fantasia della sua esistenza.
Se la sua pittura è stata la modalità della forza del colore, le sue vetrate sono state l'espressione della forza della luce, qualcosa di infinitamente bello e potente.
Chagall diceva della sua arte «Io sono un mistico, non vado in chiesa o in sinagoga, per me lavorare è pregare».
Trovo che rendere grazie a Dio attraverso la propria straordinaria capacità di esprimere ciò che si nasconde nell'anima, sia davvero la più elevata e sublime preghiera che sale verso l'Alto.