L'ho trovata!!!
Ecco la citazione del film di "Ratatouille" che viene pronunciata dal critico gastronomico Victor Ego.
Per chi ha visto il film, un autentico capolavoro di poesia in ogni suo singolo fotogramma, questa riflessione finale è di una genialità impareggiabile, anche e soprattutto perché si può estendere all'infinito in ogni ambito della vita, un'autentica piccola perla preziosa:
"Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il loro lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere.
Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che, nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.
Ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero, ad esempio lo scoprire e difendere il NUOVO. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni, al "nuovo" servono sostenitori.
Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo: un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cena, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull'Alta Cucina è a dir poco riduttivo. Hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere.
In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il motto dello chef Gusteau CHIUNQUE PUO' CUCINARE... ma ora, soltanto ora, comprendo a pieno ciò che egli intendesse dire.
Non tutti possono diventare grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque".
Le parole di questa piccola riflessione sono apparentemente semplici e chiaramente riferite al film, ma trovo che ci sia una grande saggezza di fondo e che in trasparenza si possa leggere una profonda verità che fornisce una chiave interpretativa metaforica.
Quante volte anche noi siamo portati a dare giudizi di superficie senza preoccuparci minimanente di cosa sta sotto lo strato? Non ha importanza provare ad intravedere il proprio naso, l'unica cosa che viene spontanea a tutti è trarre conclusioni e sentenziare, tirare una riga e da lì in poi non sentire alcuna necessità di tentare di SCOPRIRE, ANDARE OLTRE, CAPIRE.
E' vero che il nuovo, lo sconosciuto e l'inaspettato provocano una certa avversione; tutti abbiamo i nostri piccoli mondi, di cui è proibito spostare persino un singolo capello, tutto deve restare immutato ed immutabile nei secoli perché il minimo cambiamento ci "butta di fuori", la comfort-zone è tanto più rassicurante, non è così?
Invece no.
Non ci sarebbe mai nessuno "sguardo diverso" se fosse così. E' bello provare ad accettare ciò che ancora non conosciamo, ciò che può aprire varchi sconosciuti ed immensamente affascinanti, ciò che può darci spunti per superare le nostre granitiche convinzioni che a volte sono solo di facciata e che spesso fanno acqua da tutte le parti.
E' la cosa più bella e più grande di tutte quando qualcosa o qualcuno "scuote le fondamenta del nostro essere", come dice Ego (nome non casuale ovviamente, che denota persona completamente restìa a valutare punti di vista diversi dal proprio... ah... si legge alla francese, con l'accento sulla O!!!).
Essere scossi e provare a mettersi in discussione è il principio di ogni nuovo grande capitolo della storia e della vita di ciascuno... se solo avessimo l'umiltà di mettere da parte quel nostro ingombrante IO che pretende sempre di sovrastare tutto attraverso l'orgoglio, quel maledetto!
L'umiltà invece è la potente arma di chi non ha nulla da dimostrare a nessuno, di chi ha trovato la sua pace profonda nel cuore, di chi sa che porsi a contrasto davanti agli altri non serve a nulla.
Amo questo passaggio, è la fine del film, di un film che è profondamente poetico, che è "da piccoli", ma da leggere e vedere con occhi "da grandi", che insegna che i più umili sono la vera roccia del mondo... che l'arte e i propri sogni sono la linfa vitale che ci porta a "svoltare"... che anche quando sembra che la vita sia finita e che non abbia più sorprese... beh... è proprio lì che invece ti sorprende ancora... e ancora... e ancora una volta... e ti fa innamorare sempre di più di questo dono immenso e straordinario che è la nostra esistenza!!!
Ecco la citazione del film di "Ratatouille" che viene pronunciata dal critico gastronomico Victor Ego.
Per chi ha visto il film, un autentico capolavoro di poesia in ogni suo singolo fotogramma, questa riflessione finale è di una genialità impareggiabile, anche e soprattutto perché si può estendere all'infinito in ogni ambito della vita, un'autentica piccola perla preziosa:
"Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il loro lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative, che sono uno spasso da scrivere e da leggere.
Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che, nel grande disegno delle cose, anche l'opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.
Ci sono occasioni in cui un critico qualcosa rischia davvero, ad esempio lo scoprire e difendere il NUOVO. Il mondo è spesso avverso ai nuovi talenti e alle nuove creazioni, al "nuovo" servono sostenitori.
Ieri sera mi sono imbattuto in qualcosa di nuovo: un pasto straordinario di provenienza assolutamente imprevedibile. Affermare che sia la cena, sia il suo artefice abbiano messo in crisi le mie convinzioni sull'Alta Cucina è a dir poco riduttivo. Hanno scosso le fondamenta stesse del mio essere.
In passato non ho fatto mistero del mio sdegno per il motto dello chef Gusteau CHIUNQUE PUO' CUCINARE... ma ora, soltanto ora, comprendo a pieno ciò che egli intendesse dire.
Non tutti possono diventare grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque".
Le parole di questa piccola riflessione sono apparentemente semplici e chiaramente riferite al film, ma trovo che ci sia una grande saggezza di fondo e che in trasparenza si possa leggere una profonda verità che fornisce una chiave interpretativa metaforica.
Quante volte anche noi siamo portati a dare giudizi di superficie senza preoccuparci minimanente di cosa sta sotto lo strato? Non ha importanza provare ad intravedere il proprio naso, l'unica cosa che viene spontanea a tutti è trarre conclusioni e sentenziare, tirare una riga e da lì in poi non sentire alcuna necessità di tentare di SCOPRIRE, ANDARE OLTRE, CAPIRE.
E' vero che il nuovo, lo sconosciuto e l'inaspettato provocano una certa avversione; tutti abbiamo i nostri piccoli mondi, di cui è proibito spostare persino un singolo capello, tutto deve restare immutato ed immutabile nei secoli perché il minimo cambiamento ci "butta di fuori", la comfort-zone è tanto più rassicurante, non è così?
Invece no.
Non ci sarebbe mai nessuno "sguardo diverso" se fosse così. E' bello provare ad accettare ciò che ancora non conosciamo, ciò che può aprire varchi sconosciuti ed immensamente affascinanti, ciò che può darci spunti per superare le nostre granitiche convinzioni che a volte sono solo di facciata e che spesso fanno acqua da tutte le parti.
E' la cosa più bella e più grande di tutte quando qualcosa o qualcuno "scuote le fondamenta del nostro essere", come dice Ego (nome non casuale ovviamente, che denota persona completamente restìa a valutare punti di vista diversi dal proprio... ah... si legge alla francese, con l'accento sulla O!!!).
Essere scossi e provare a mettersi in discussione è il principio di ogni nuovo grande capitolo della storia e della vita di ciascuno... se solo avessimo l'umiltà di mettere da parte quel nostro ingombrante IO che pretende sempre di sovrastare tutto attraverso l'orgoglio, quel maledetto!
L'umiltà invece è la potente arma di chi non ha nulla da dimostrare a nessuno, di chi ha trovato la sua pace profonda nel cuore, di chi sa che porsi a contrasto davanti agli altri non serve a nulla.
Amo questo passaggio, è la fine del film, di un film che è profondamente poetico, che è "da piccoli", ma da leggere e vedere con occhi "da grandi", che insegna che i più umili sono la vera roccia del mondo... che l'arte e i propri sogni sono la linfa vitale che ci porta a "svoltare"... che anche quando sembra che la vita sia finita e che non abbia più sorprese... beh... è proprio lì che invece ti sorprende ancora... e ancora... e ancora una volta... e ti fa innamorare sempre di più di questo dono immenso e straordinario che è la nostra esistenza!!!