venerdì 27/03/2020
In questi giorni mi capita spesso di sentire che il lato emozionale affiora con forza in tanti momenti della giornata, è come avere una ferita viva costantemente esposta; me ne accorgo soprattutto perché mi capita di commuovermi per piccole cose che succedono, oppure ascoltando una bella musica che mi appassiona, o ancora leggendo parole su libri e testi che sento profondi.
Stamattina mi è capitato di ripensare ad un ricordo, che non so nemmeno da dove ho ripescato.
Quando ero una bambina più o meno di una decina d'anni cominciò a concretizzarsi dentro di me un pensiero... un desiderio importante riferito alla mia nonna.
L'ho sempre percepita come persona buona, autentica e vera e credo che sia la persona che mi ha insegnato la "vita", non con regole scritte e precetti, ma con la semplicità delle sue azioni, con la profonda verità del suo stesso vivere e con poche e pesate parole che sono sempre arrivate dentro di me come frecce di fuoco. Con il suo esempio è stata capace di trasmettermi l'amore; non era una donna che manifestava con gesti affettuosi questo sentimento, ma non ho mai avvertito questo come mancanza, perché la ricchezza di quello che mi donava andava ben oltre.
Insomma mi misi in testa che, quando un giorno l'adorata nonna mi avrebbe lasciato, avrei scritto una lettera al Papa per descriverne la vita, gli episodi e le parole in modo da avviare il suo processo di beatificazione: per me è sempre stata come un angelo, una persona buona ed altruista che si è fatta in quattro per tutte le persone che amava mettendo sé stessa sempre DOPO.
Una persona "santa", pensavo già da bambina...
Questa ferma convinzione che mi ha accompagnato per tanti anni, oggi mi fa sorridere teneramente di quella bambina e mi fa commuovere al ricordo anche mentre scrivo... per ricollegarmi al discorso di prima.
Adesso che lei non è più vicino a me nella sua persona, so che non è necessario scrivere una lettera con una richiesta così singolare per sapere che è sempre stata il mio angelo buono ed amorevole.
Ho pensato spesso a lei in questi giorni: sento come un senso di sollievo a sapere che non è qui adesso a vivere questa situazione difficile e sono felice che sia già "al sicuro".
Non credo che sarei mai riuscita a sopportare l'idea ed il pensiero di lei che in totale solitudine, isolata dal mondo e dagli affetti, lascia questa terra...
Il momento che per noi è scritto essere quello in cui lasciamo la vita terrena, dovrebbe avvenire vicino a chi ami, che ti accompagna a fare questo ultimo passo del cammino. Ma ti accompagna con amore.
Noi ci siamo "aspettate" ed è stato uno dei momenti più forti, belli e grandi che abbia mai vissuto.
In questo momento di contatti negati, ci accorgiamo con precisa nitidezza di cosa sia autentico, di cosa ci ha lasciato una traccia indelebile, della ricchezza del patrimonio che vive in noi grazie ad un legame che non può spezzare nemmeno la lontananza fisica.
Stamattina mi è capitato di ripensare ad un ricordo, che non so nemmeno da dove ho ripescato.
Quando ero una bambina più o meno di una decina d'anni cominciò a concretizzarsi dentro di me un pensiero... un desiderio importante riferito alla mia nonna.
L'ho sempre percepita come persona buona, autentica e vera e credo che sia la persona che mi ha insegnato la "vita", non con regole scritte e precetti, ma con la semplicità delle sue azioni, con la profonda verità del suo stesso vivere e con poche e pesate parole che sono sempre arrivate dentro di me come frecce di fuoco. Con il suo esempio è stata capace di trasmettermi l'amore; non era una donna che manifestava con gesti affettuosi questo sentimento, ma non ho mai avvertito questo come mancanza, perché la ricchezza di quello che mi donava andava ben oltre.
Insomma mi misi in testa che, quando un giorno l'adorata nonna mi avrebbe lasciato, avrei scritto una lettera al Papa per descriverne la vita, gli episodi e le parole in modo da avviare il suo processo di beatificazione: per me è sempre stata come un angelo, una persona buona ed altruista che si è fatta in quattro per tutte le persone che amava mettendo sé stessa sempre DOPO.
Una persona "santa", pensavo già da bambina...
Questa ferma convinzione che mi ha accompagnato per tanti anni, oggi mi fa sorridere teneramente di quella bambina e mi fa commuovere al ricordo anche mentre scrivo... per ricollegarmi al discorso di prima.
Adesso che lei non è più vicino a me nella sua persona, so che non è necessario scrivere una lettera con una richiesta così singolare per sapere che è sempre stata il mio angelo buono ed amorevole.
Ho pensato spesso a lei in questi giorni: sento come un senso di sollievo a sapere che non è qui adesso a vivere questa situazione difficile e sono felice che sia già "al sicuro".
Non credo che sarei mai riuscita a sopportare l'idea ed il pensiero di lei che in totale solitudine, isolata dal mondo e dagli affetti, lascia questa terra...
Il momento che per noi è scritto essere quello in cui lasciamo la vita terrena, dovrebbe avvenire vicino a chi ami, che ti accompagna a fare questo ultimo passo del cammino. Ma ti accompagna con amore.
Noi ci siamo "aspettate" ed è stato uno dei momenti più forti, belli e grandi che abbia mai vissuto.
In questo momento di contatti negati, ci accorgiamo con precisa nitidezza di cosa sia autentico, di cosa ci ha lasciato una traccia indelebile, della ricchezza del patrimonio che vive in noi grazie ad un legame che non può spezzare nemmeno la lontananza fisica.