Hidester

giovedì 23 luglio 2020

giovedì 23 luglio 2020

Si narra che la quercia fu il primo albero che comparve sulla terra.
Fin dai tempi più remoti, la quercia fu considerata albero sacro e oracolare; il suo culto risale alla preistoria delle civiltà romana, greca e celtica.
Per la popolazione celtica il tronco dell’albero rappresentava il mondo fisico, quello in cui tutti noi siamo immersi e viviamo: le radici che affondano nel terreno rappresentavano il collegamento con i mondi inferiori, mentre i rami protesi verso l’alto erano il collegamento con i mondi superiori.
Era il simbolo della fertilità dei mesi solari, ma soprattutto simboleggiava la salda protezione, la forza primordiale e l'abilità di sopravviviere anche nei periodi più difficili.
Spesso viene rappresentata come "l'albero della vita" dal momento che è un albero che può vivere molto a lungo: alcuni esemplari hanno superato infatti i 1000 anni di vita.
La quercia inoltre è un albero che ha in sè il senso della completezza e dell'eternità, poiché sulla sua chioma nascono i fiori di entrambi i sessi.
Secondo alcune antiche credenze è un ceppo di quercia che, durante la notte di Natale, deve essere fatto ardere sul fuoco, poiché essa è simbolo di rinascita, di avvento, di luce che torna dopo il buio.
L’importanza della quercia è testimoniata anche e soprattutto dalla sua rilevante valenza simbolica e religiosa: questo albero è infatti quasi universalmente l’emblema della potenza e della perseveranza.
Livio afferma che fosse sacra anche ai Romani: una conferma sul punto si può trarre dall’arcaico diritto pontificale, che si occupava anche di botanica sacra, una sorta di "catalogazione" di ierobotanica.
Sempre secondo la tradizione celtica, le funzioni sacre potevano essere svolte solo all'ombra delle chiome di questi grandi alberi.
Questo insieme di dati che le religioni, il mito e la leggenda ci offrono, insieme a molti altri spunti che si potrebbero aggiungere al novero, chiarisce e spiega la sensazione di stupore e ammirazione che sempre si prova allorché ci si imbatte in questo maestoso albero sacro.